Insomma io ho visto Don Matteo. Non per caso o tanto per far contenta mia nonna. Non due, tre volte nei momenti di noia. L'ho visto. L'ho seguito. L'ho desiderato (come si può desiderare una fiction, sia chiaro). Sono insomma ferratissimo sull'argomento, ecco perchè posso permettermi di scrivere questo interessante post. Che vuole essere uno stimolo al cambiamento per gli sceneggiatori del successo per piccolo schermo che vede protagonista l'immortale Terence Hill.
Gubbio si tinge di sangue.
E' l'anno domini 2000 quando Gubbio viene colpita da un male inestirpabile. Cioè Don Matteo. Fino a quando gli ascolti auditel continuano a risultare positivi infatti il piccolo paese umbro si vede costretto ad ospitare lo strano prete dall'accento americano, vestito di tonaca talare e giacca di pelle. Il sacerdote, parroco della chiesa di S.Giovanni, è dotato di spiccate abilità investigative, nonché di un'aura di santità che gli permette di emettere un fastidiosissimo jingle ogni volta che apre bocca. Il jingle lo aiuta a sensibilizzare le persone che indottrina al ritmo di una o due alla volta nell'arco di una puntata. Lo schema della fiction è sempre lo stesso:
- viene commesso un efferato omicidio
- Don Matteo, per uno strano scherzo del destino, accorre sempre prima delle forze dell'ordine
- Accorrono i Carabinieri. Non esiste la Polizia a Gubbio, solo Carabinieri
- Nonostante le prove schiaccianti a disposizione dell'Arma, il pretonzolo scoverà sempre un colpevole alternativo (e molto improbabile).
- Il colpevole viene redento a suon di citazioni di santi vari ed eventuali.
Ovviamente è agli occhi di tutti la pochezza inventiva degli sceneggiatori, che se poi andate a controllare su Wikipedia sono tantissimi e cambiano ad ogni episodio. La colpa va data quindi all'ideatore primo, tale Enrico Oldoini. E' lui che ha pensato a questo carrozzone di sangue e violenza. Tra l'altro, in un periodo in cui la metà delle produzioni televisive italiane consiste in format stranieri, e l'altra metà è presa direttamente dalle tv estere, Don Matteo è 100% made in Italy (nonché esportato in Slovacchia e Francia!). Oldoini, genio del male, voleva chiamare il protagonista Don Teodoro. Fortunatamente Terence Hill si oppose a farsi chiamare come un imperatore romano, scegliendo un comune Matteo.
Ma la cosa che più stupisce in tutti questi strafalcioni creativi non è l'improbabilità del sacerdote (a qualche prete piacciono i bambini, a qualcun'altro piaceranno i cadaveri, no?) e neanche l'incapacità dei Carabinieri. Invece la mole esorbitante di omicidi e violenze, se rapportata ai dati demografici di Gubbio, quella si che è una roba assurda. 33'000 abitanti, criminalità ai minimi storici, tranquillità, turismo.... ed omicidi. Seguendo la "curva Don Matteo" nella cittadina muoiono più o meno due persone a settimana per cause non naturali. Nell'arco di otto anni sono state uccise all'incirca 300 persone. Un dato impressionante, se pensiamo che a Roma nel 2011 sono stati segnalati 20 casi di violenze (tra cui omicidi, ma non esclusivamente!).
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Previsione di Gubbio nel 2017 |
Insomma Gubbio è tornata agli anni di piombo. E non ne uscirà facilmente. La nona stagione di Don Matteo è in fase di scrittura...