Premetto che effettivamente il film di Zack Snyder non è un obbrobrio assoluto come i due precedenti da me recensiti: c'è del buono in questo uomo d'acciaio. Ma il cattivo, a mio avviso, è nettamente superiore. Inoltre il mio blog si è prefissato il compito di evidenziare le trame scadenti, gli errori scenici, le brutture recitazionali di quelli che spesso la critica passa per film medi, sufficienti, con alto budget e cast stellare. Se volete del trash andate a guardare i film di gigione.
Per questo reboot del grande supereroe è stato chiamato alla regia il buon Zack. Proprio lui, quello di 300. Mi aspettavo difatti qualcosa di incredibilmente cupo e sanguinolento (visto anche Nolan alla produzione), ma così non è stato. Ci sono comunque parecchie cose da salvare, prima della mattanza consueta. Innanzitutto il protagonista (tale Henry Cavill, già visto in Immortals, altro filmone), che ha il giusto phisique du role. Privo di espressività, calmo e glaciale, buono come il pane, Henry assomiglia davvero a Superman, il leggendario alieno dall'incredibile senso delle istituzioni. Si salvano anche gli effetti speciali, i costumi e la fotografia, che non è fumettosa ma riesce comunque a dare luci e colori giusti per quello che poi, a conti fatti, è un racconto di pura fantasia.
Per il resto il personaggio del fumetto, gli intrecci narrativi e le interpretazioni dei comprimari, sono decisamente disgustose. Alcuni spezzoni avrebbero meritato una sonora risata, od anche un fragoroso peto d'approvazione, ma purtroppo il cinema è bello ma limitato: i vicini di posto tendono a notare certi comportamenti definiti dai più "sociopatici".
A proposito di sociopatici...
Trama (altissimo rischio SPOILER)
Superman è un disadattato. E' questa la morale di buona metà del film. La pellicola si snoda attraverso vari flashback, nei quali vedremo il giovane Clark Kent alle prese con le proprie paure, le proprie insicurezze e le sue spaventose abilità. Aiutato dagli onnipresenti genitori, l'alieno finirà per divenire l'unica speranza della Terra, il suo vero baluardo: un emblema di pace e sicurezza.
Tutto parte sul pianeta Krypto: il brillante Jor-El, padre dell'eroe (interpretato dal più grasso Russel Crowe di sempre), ruba i dati genetici del suo pianeta oramai morente, li fonde con il suo bambino e lo spara a razzo sulla Terra. Il generale Zod (il nemico di turno) prova a fermarlo, ma ucciderlo non servirà a nulla: il neonato è nello spazio. Ovviamente i Kryptoniani imprigionano il traditore Zod e lo costringono ad una fine ingloriosa dentro un buco nero. Riuscirà a scappare.
Sulla Terra intanto il giovane Kal-El è stato salvato ed accudito da Kevin Costner, che in questo frangente chiameremo Jonathan Kent. Il bambino scopre subito di essere speciale, ma la cosa gli porta solo dolore. Potrebbe abbattere un muro, friggere una mucca, volare ed emettere ultrasuoni, ma la famiglia Kent, in pieno stile Kansas, gli vieta qualsiasi approccio diverso dalla non-violenza. Il nuovo Gandhi accetta di malavoglia le direttive, che lo portano ad essere vessato dai bulli di mezza regione, anche quelli grassi.
Clark cresce, matura, inizia ad indossare maglie attillate. Si ritrova perciò a discutere delle sue origini in macchina, con la famiglia al completo (cane compreso). A questo punto sopraggiunge repentino un tornado (sono rimasto stupito anche io nel vederlo, non solo voi che leggete) e la gente decide di scappare sotto un sicurissimo ponte li vicino. Mentre i Kent si incamminano, si ricordano di non aver preso il cane con loro: «Ehi ci siamo scordati il cane!» «Chi va verso il cuore del tornado?» «Mandiamo il vecchio Jonathan, gli farà bene ai reumi »; e così il vecchio va a salvare il cane, con Superman al sicuro sotto al ponte. Ovviamente il cane si salva, ma per il lento Kent la fine è vicina: prima si incastra allo sportello, poi si distorce la caviglia e rotola in maniera buffa lungo l'asfalto. Quando però incrocia gli occhi del figlio (che voglio ricordarlo è Superman) alza la mano, fa per bloccarlo: non è ancora arrivato il momento di svelarsi al mondo. Così Kevin Costner muore, nella maniera forse più ridicola della storia.
Con ben pochi rimorsi sulla coscienza (Batman ne aveva di più, nonostante per fermare i killer dei genitori avrebbe potuto al massimo lanciare un lecca-lecca) Clark inizia un lungo vagabondaggio, sempre in autostop, che lo porterà fino ad uno dei due circoli polari. Lì troverà una navicella di Krypto che, gli rivelerà il suo passato, e farà si che arrivino anche i suoi acerrimi nemici: il generale Zod e la sua cricca. Il loro obiettivo è ridurre la Terra ad una nuova Krypto ed uccidere tutti in maniera selvaggia e senza senso.
Per farla breve Superman trionferà e la Terra continuerà a vivere sotto la sua egida. Che fine fa Zod? Be, cosa particolare per Superman, verrà ucciso dallo stesso (lui che di solito non uccide quasi mai nessuno), ma si tratta dell'unica parte della pellicola rispondente a realtà: nel numero 22 della serie a fumetti originali Zod verrà ucciso proprio dall'Uomo d'Acciaio.
Critica
La critica si rivolge soprattutto agli sproloqui della trama. Superman un povero disadattato? E Dare Devil cosa dovrebbe dire? Lui è cieco! Il vestito del nostro eroe poi? Gentilmente offerto dal padre genetico che glielo fa trovare dentro la navicella. Previdente e lungimirante. Il simbolo della S? Da sempre simbolo del più grande eroe di sempre è stato invece trasformato nel simbolo della casata di El. A detta del grasso Russel Crowe vuol dire "speranza". Speranza che il film finisca presto, al più. E che fine ha fatto la kryptonite? Non si sa. La cosa migliore rimane però la prestanza fisica di Lawrence Fishburne. Uomo tutto d'un pezzo. Grazie a lui io e Alfredo ci siamo potuti rifare gli occhi, rivedendo un attimo il bel Morpheus, più tonico che mai.
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Questi sono all'incirca otto Morpheus. |