sabato 31 agosto 2013

FILM DA BUTTARE: Wolverine: L'immortale

In un fine Agosto sempre poco denso di emozioni, con le vacanze passate e le incombenze autunnali alle porte, io ed il mio buon amico Lembo ci siamo apprestati a perder tempo dentro al multisala Sisto, desiderosi di un po' di botte in pieno stile Wolverine. In realtà insieme a noi c'erano anche Andrea ed Annalisa, vittime di un terribile misunderstanding.
Infatti arrivati alla cassa...

-Quattro per Wolverine-
-Quattro per Kick-Ass 2-

Cassiera sbigottita, ci lascia da soli per toglierci dall'imbarazzo.

-Ma come voi non volevate vedere Wolverine?-
-E voi non volevate vedere Kick-Ass?-
-No ma io pensavo...-
-E' che tu hai detto...-
-Va be quindi...-
-Insomma, allora noi, be si...-

Eccetera eccetera. Per farla breve la morale è stata che da quattro siamo diventati due, pronti e baldanzosi per la visione di quello che, fortuna ha voluto, si è rivelato l'ennesimo FILM DA BUTTARE.


Wolverine: L'immortale (titolo originale The Wolverine), è un action movie, spin-off della serie degli X-Men, il secondo riguardante l'uomo d'adamantio. Se il primo film si rivelò per il sottoscritto una piacevole sorpresa, questo seguito (ambientato in linea temporale dopo gli avvenimenti del terzo film della serie X-Men) è a dir poco aberrante. Hugh Jackman si salva, oramai è talmente compenetrato nella parte che probabilmente crederà davvero di essere il supereroe dei film che interpreta. Per il resto la pellicola andrebbe bene per essere usata come sostitutivo di lusso dei fiammiferi e nulla più. Ringrazio il cielo per essere scampato al 3D, il quale mi avrebbe provocato, oltre ai conati di vomito standard, anche l'emicrania.

Trama (ve la spoilero, frega niente a me)
Inizia tutto con un flash-back, durante il quale il protagonista, prigioniero a Nagasaki, salva la vita ad un jappo proprio mentre gli americani sganciano il bombolone atomico. Il nipponico amico rimane stupito dalla singolare abilità del tipo nel sopravvivere ad alte concentrazioni termiche e radioattive.
Anni dopo Wolverine è dilaniato dai sensi di colpa per aver ucciso ad unghiate la sua oramai ex-fidanzata, passata durante X-Men 3 al lato oscuro della forza. Il nostro agogna una vita tranquilla ed una morte violenta, pertanto si rifugia in una regione non specificata dell'America del nord, dove si fa crescere la barba, non si lava, beve e si rattrista (perchè poi beve? Il suo fattore di guarigione lo dovrebbe prevenire da qualsiasi intossicazione, anche di tipo alcolico: per lui il whiskey è acqua!).
Wolverine (caso più unico che raro in cui i beceri editori italiani non abbiano tradotto alla lettera un nome: Ghiottone non fa lo stesso effetto) viene contattato però dal redivivo soldato salvato durante la seconda guerra mondiale. Dopo un viaggio in Giappone in compagnia di una delle ragazze più brutte che io abbia mai visto, si ritrova davanti l'ormai decrepito jap, capo di una multinazionale potentissima, che gli offre come dono la Morte. Pare infatti che il potere di Wolv possa essere trasferito da un corpo ad un altro. Stranamente però l'eroe rifiuta e, nottetempo, il decrepito muore. Non prima però che la sua cattivissima oncologa (che si rivelerà essere la mutante Viper) abbia intossicato Wolverine, bloccandogli il fattore rigenerazione.
Da questo momento in poi il film scende verso un abisso di idiozia da cui non farà più ritorno. Wolverine prende a cuore la nipote bellissima del vecchio amico, vessata ovviamente dal padre, a causa delle ultime volontà del defunto, le quali vedono la nipotina come erede dell'immensa fortuna. La bella (ma inespressiva) ragazza, è ovviamente presa di mira dal padre, che vuole per se le industrie dell'anziano genitore, dalla seducente e cattivissima Viper e dalla yakuza. Durante il funerale del compianto nonno la ragazza viene aggredita un po' da tutti, ma Wolv riuscirà a salvarla, fuggire con lei, innamorarsi e fare quello che va fatto. In tutto ciò l'assenza del fattore di rigenerazione si farà sentire, ma neanche troppo: invece che accusare in silenzio, il mitico Hugh inizierà a lamentarsi per i colpi incassati, ma nulla più. Ho contato 12 pallottole, di cui almeno 7 mortali, una decina di litri di sangue persi ed almeno 30 commozioni cerebrali. Ma a parte qualche urlo ferino, nulla di serio.
Scena madre rimane l'aggressione subita dalla coppia sul treno ad alta velocità giapponese. Il nostro eroe decide di ingaggiare battaglia sopra il tetto del proiettile con rotaie. E se capisco che lui, in quanto mutante, riesca nell'impresa, mi è parso strano che gli aggressori, che di particolare avevano solo un orrendo gusto nel vestire, non morissero tutti all'istante. Anche perchè quei treni fanno 300 km/h, si presume che questa sia la cifra del vento contrario che spira sul tetto. Grazie al fido Davide ho controllato quale dovrebbe essere l'effetto di un vento così forte:

Un uragano 5, catastrofico, tende a divellere alberi ed altre amenità...

La scena dura qualche minuto buono, e vale sicuramente il prezzo del biglietto per un film brutto.
Continuando la visione, saltando a piè pari 40 minuti di noia, arriviamo alle battute finali. Wolverine capisce che il suo fattore di guarigione è inibito da un piccolo insetto meccanico che si trova sopra il suo cuore. Decide perciò di aprirsi il petto con gli unghioni e ravanare lì in mezzo: qualcosa troverà. E' evidente che la problematica del "non guarisci più", non lo turba più di tanto. Rimesso a posto cuore, polmoni e qualche altro organo di poco conto, è finalmente pronto ad affrontare Viper. Lì però si troverà davanti ad un colpo di scena incredibilmente stupido, che mi rifiuto persino di rivelare: se siete curiosi andate a vedere il film, non vedo perchè debba sprecare soldi solo il sottoscritto.

Critica
E' chiaro che il filone dei super-eroi, che iniziava ad essere stantio già con la sequela di Dare-Devil e compagnia cantando, sta iniziando a marcire. Qualitativamente diventa davvero difficile trovare delle pellicole che valga la pena vedere, e questo non certo a causa dei soggetti, che rimangono affascinanti, quanto per colpa degli sceneggiatori: persone becere e prive di abilità nello scrivere. Non dico che bisogna arrivare all'introspezione psicologica di Batman (tanto ci penserà Ben Affleck ad abbassare gli standard), ma almeno evitare alcune cretinate lampanti, come infilare la mano nel proprio petto accusando solo un leggero pizzicore. La cosa peggiore è che questo Wolverine ha anche incassato bene, e non è stato nemmeno massacrato dalla critica ufficiale. Sembra quasi che oramai basta chiedere alla Marvel di far uscire un film, che questo diventa una hit cinematografica. Io dico "abbasta!". Il Foglio di Quadrazza si schiera contro i supereroi, ad esclusione di Batman, l'Uomo Formica, Fantozzi ed il padre di Kiappini.

Al prossimo Film da buttare!

mercoledì 3 luglio 2013

FILM DA BUTTARE: Man of Steel

Purtroppo non sono serviti a nulla i tentativi di Rotondi e Chiappini. Futile l'approccio morbido di Elisa (sorella del Kiappa), che tentava di mediare. Superman "Man of Steel" è un FILM DA BUTTARE. E come tale entrerà di diritto nell'albo d'oro del blog.

Premetto che effettivamente il film di Zack Snyder non è un obbrobrio assoluto come i due precedenti da me recensiti: c'è del buono in questo uomo d'acciaio. Ma il cattivo, a mio avviso, è nettamente superiore. Inoltre il mio blog si è prefissato il compito di evidenziare le trame scadenti, gli errori scenici, le brutture recitazionali di quelli che spesso la critica passa per film medi, sufficienti, con alto budget e cast stellare. Se volete del trash andate a guardare i film di gigione.


Per questo reboot del grande supereroe è stato chiamato alla regia il buon Zack. Proprio lui, quello di 300. Mi aspettavo difatti qualcosa di incredibilmente cupo e sanguinolento (visto anche Nolan alla produzione), ma così non è stato. Ci sono comunque parecchie cose da salvare, prima della mattanza consueta. Innanzitutto il protagonista (tale Henry Cavill, già visto in Immortals, altro filmone), che ha il giusto phisique du role. Privo di espressività, calmo e glaciale, buono come il pane, Henry assomiglia davvero a Superman, il leggendario alieno dall'incredibile senso delle istituzioni. Si salvano anche gli effetti speciali, i costumi e la fotografia, che non è fumettosa ma riesce comunque a dare luci e colori giusti per quello che poi, a conti fatti, è un racconto di pura fantasia.
Per il resto il personaggio del fumetto, gli intrecci narrativi e le interpretazioni dei comprimari, sono decisamente disgustose. Alcuni spezzoni avrebbero meritato una sonora risata, od anche un fragoroso peto d'approvazione, ma purtroppo il cinema è bello ma limitato: i vicini di posto tendono a notare certi comportamenti definiti dai più "sociopatici".
A proposito di sociopatici...

Trama (altissimo rischio SPOILER)
Superman è un disadattato. E' questa la morale di buona metà del film. La pellicola si snoda attraverso vari flashback, nei quali vedremo il giovane Clark Kent alle prese con le proprie paure, le proprie insicurezze e le sue spaventose abilità. Aiutato dagli onnipresenti genitori, l'alieno finirà per divenire l'unica speranza della Terra, il suo vero baluardo: un emblema di pace e sicurezza.
Tutto parte sul pianeta Krypto: il brillante Jor-El, padre dell'eroe (interpretato dal più grasso Russel Crowe di sempre), ruba i dati genetici del suo pianeta oramai morente, li fonde con il suo bambino e lo spara a razzo sulla Terra. Il generale Zod (il nemico di turno) prova a fermarlo, ma ucciderlo non servirà a nulla: il neonato è nello spazio. Ovviamente i Kryptoniani imprigionano il traditore Zod e lo costringono ad una fine ingloriosa dentro un buco nero. Riuscirà a scappare.
Sulla Terra intanto il giovane Kal-El è stato salvato ed accudito da Kevin Costner, che in questo frangente chiameremo Jonathan Kent. Il bambino scopre subito di essere speciale, ma la cosa gli porta solo dolore. Potrebbe abbattere un muro, friggere una mucca, volare ed emettere ultrasuoni, ma la famiglia Kent, in pieno stile Kansas, gli vieta qualsiasi approccio diverso dalla non-violenza. Il nuovo Gandhi accetta di malavoglia le direttive, che lo portano ad essere vessato dai bulli di mezza regione, anche quelli grassi.
Clark cresce, matura, inizia ad indossare maglie attillate. Si ritrova perciò a discutere delle sue origini in macchina, con la famiglia al completo (cane compreso). A questo punto sopraggiunge repentino un tornado (sono rimasto stupito anche io nel vederlo, non solo voi che leggete) e la gente decide di scappare sotto un sicurissimo ponte li vicino. Mentre i Kent si incamminano, si ricordano di non aver preso il cane con loro: «Ehi ci siamo scordati il cane!» «Chi va verso il cuore del tornado?» «Mandiamo il vecchio Jonathan, gli farà bene ai reumi »; e così il vecchio va a salvare il cane, con Superman al sicuro sotto al ponte. Ovviamente il cane si salva, ma per il lento Kent la fine è vicina: prima si incastra allo sportello, poi si distorce la caviglia e rotola in maniera buffa lungo l'asfalto. Quando però incrocia gli occhi del figlio (che voglio ricordarlo è Superman) alza la mano, fa per bloccarlo: non è ancora arrivato il momento di svelarsi al mondo. Così Kevin Costner muore, nella maniera forse più ridicola della storia. 
Con ben pochi rimorsi sulla coscienza (Batman ne aveva di più, nonostante per fermare i killer dei genitori avrebbe potuto al massimo lanciare un lecca-lecca) Clark inizia un lungo vagabondaggio, sempre in autostop, che lo porterà fino ad uno dei due circoli polari. Lì troverà una navicella di Krypto che, gli rivelerà il suo passato, e farà si che arrivino anche i suoi acerrimi nemici: il generale Zod e la sua cricca. Il loro obiettivo è ridurre la Terra ad una nuova Krypto ed uccidere tutti in maniera selvaggia e senza senso. 
Per farla breve Superman trionferà e la Terra continuerà a vivere sotto la sua egida. Che fine fa Zod? Be, cosa particolare per Superman, verrà ucciso dallo stesso (lui che di solito non uccide quasi mai nessuno), ma si tratta dell'unica parte della pellicola rispondente a realtà: nel numero 22 della serie a fumetti originali Zod verrà ucciso proprio dall'Uomo d'Acciaio.

Critica
La critica si rivolge soprattutto agli sproloqui della trama. Superman un povero disadattato? E Dare Devil cosa dovrebbe dire? Lui è cieco! Il vestito del nostro eroe poi? Gentilmente offerto dal padre genetico che glielo fa trovare dentro la navicella. Previdente e lungimirante. Il simbolo della S? Da sempre simbolo del più grande eroe di sempre è stato invece trasformato nel simbolo della casata di El. A detta del grasso Russel Crowe vuol dire "speranza". Speranza che il film finisca presto, al più. E che fine ha fatto la kryptonite? Non si sa. La cosa migliore rimane però la prestanza fisica di Lawrence Fishburne. Uomo tutto d'un pezzo. Grazie a lui io e Alfredo ci siamo potuti rifare gli occhi, rivedendo un attimo il bel Morpheus, più tonico che mai.


Questi sono all'incirca otto Morpheus.
Che dire, dopo due ore e quaranta di proiezione le mie orecchie stavano esplodendo, un po' come i cervelli degli sceneggiatori quando hanno deciso di scritturare quella scimmietta di Amy Adams per la parte della bellissima (?) Lois Lane. Amy è la stessa, per la cronaca, della bellissima scena di The Master dove si premura di masturbare un obeso Philip Seymour Hoffman. Ragazzi, quanti FILM DA BUTTARE ci sono ancora!

lunedì 17 giugno 2013

Meno male che Silvio c'è!

Di solito il Foglio non parla mai di politica, vista la natura sempre molto sbarazzina ed irriverente dei post da me pubblicati. Però alla fine, come dice il filosofo (non ricordo quale) "La politica non è tutto, ma tutto è politica", per cui non posso evitare di lanciarvi una pillola di attualità.
Per mantenere frizzante e divertente il mio intervento ho dovuto perciò selezionarne una dal più grande cabarettista di sempre: il nostro ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Grazie Silvio per riempire i nostri giorni di risate!

Riguardo alle recenti discussioni sull'IVA:
"Si sfori il patto Ue, tanto non ci cacciano" Silvio Berlusconi.

domenica 16 giugno 2013

Epic Swedish Kiappa #3

Per la serie Epic Swedish Kiappa abbiamo un reperto storico condiviso dalla mitica sorella dell'ormai Svedese sul noto social Facebook. Trattasi di una estemporanea letterina di Natale, nella quale il nostro Marco, oltre ad evidenziare una malcelata riluttanza al contraddittorio verbale, preferendo già all'età di otto anni quello fisico, si cimenta in una prova grammaticale di singolare maestria. Vera chicca rimane l'appello al "pensiero" per i bambini più poveri. Nessun accenno a qualsivoglia regalo. D'altro canto il Kiappa è stato fatto ambasciatore Unicef a soli dieci anni, un motivo ci sarà.
Grazie Marco per amarci tutti quanti!
(Le Alci sono colpevoli di genocidio secondo la  Corte Penale Internazionale).

Ordinary Kiappa #3
S. Natale 1997
Cari mamma e papà, nella mia letterina metterò anche te, sorellina e anche la nonna, Simone, i cugini, gli zii.
Io non vorrei avere cose "materiali" e vi prometterò che non vi farò più inquietare ma vorrei che sorrideste di più. Cara mamma, ti prometto che metterò in ordine,da solo, la cameretta come stavo facendo la sera del 14 dicembre e non dirò più che sei cattiva. Papà, lo so che lo fai per me, ma le prossime volte picchia più piano, io so che sarai d'accordo. Elisa, sorellina, ti prometto che faremo tante cose belle insieme. Nonna, ti voglio tanto bene e per piacere non dirmi più che te ne vai perchè io prendo la cosa sul serio. Simone, da quando hai trovato la ragazza, io non valgo più niente, quando sono venuto io ti ho dato un pugno ma la prossima volta non ti guarderò più in faccia! Cari cugini, vi voglio un sacco di bene, anche a voi zii. Mamma, papà, nonna, cugini, zii: almeno in questo giorno pensiamo ai bambini poveri!
Vi voglio tanto bene.
Vostro Marco


domenica 9 giugno 2013

FILM DA BUTTARE: Batman&Robin

Innanzitutto una comunicazione di servizio molto importante: ho eliminato i commenti Google+ dal blog perchè mi sono accorto che gli unici abilitati al commento erano gli stessi utenti Google+ (grazie Dilù). Ripristinando la vecchia modalità blogger potrete di nuovo sentirvi liberi di insultarmi, anche in via anonima.

Tornando a noi, per la serie "batti il ferro finché è caldo" eccoci ad un nuovo appuntamento con Film da Buttare. Oggi parleremo di una pellicola che ho rivisto, purtroppo, dopo anni di beata amnesia, giovedi sera su Sky. Parliamo di Batman&Robin. Ho sempre confuso i due film di Schumacher riguardanti il cavaliere oscuro. Pensavo infatti che Batman Forever fosse la schifezza, e l'altro quello passabile. Rivedendo anche Forever debbo dire che il giudizio è cambiato: Forever è una schifezza, Batman&Robin è un suicidio neurale.  Scelte di casting sbagliate, sceneggiatura ai limiti del ridicolo, battute di una stupidità che avrebbe fatto impallidire gli orribili comici di Colorado e la presenza di Schwarzenegger hanno fatto si che oggi non potessi fare altro se non inserirlo nella lista dei peggiori di tutti i tempi. Vi auguro come sempre una buona visione!


Batman&Robin è l'ultimo film riguardante la figura dell'Uomo Pipistrello prodotto da Warner Bros, fino al completo reboot effettuato in tempi più recenti da Nolan, e conclusosi poco fa con Il ritorno del Cavaliere Oscuro
Quando la Warner, visti gli incassi strepitosi di Batman Forever, decise di commissionare al buon Joel un seguito puntò tutto sugli aspetti più commerciali del brand. Il film doveva essere improntato completamente sulla vendita di giocattoli, tanto che possiamo dire che il vero mentore di Bruce Wayne in questo episodio non è tanto Ra's al Ghul quanto il sempreverde Babbo Natale. Ci concentreremo dopo su trama e critica, ma è bene introdurre subito alcuni aspetti fondamentali. George Clooney è Bruce Wayne. Nel senso che un personaggio alto due metri è stato interpretato da 180 cm scarsi di uomo. Ovviamente Uma Thurman (nell'unico ruolo azzeccato di Poison Ivy) è stata dovuta accorciare di qualche centimetro (cosa non riesce a fare della buona pasta abrasiva!), per non far sfigurare il protagonista. Chris O'Donnell è Robin, "il ragazzo maraviglia" (cit. i fumetti originali del 1960), in un ruolo che lo consacrerà al pubblico oblio. MA il pezzo da novanta rimane il malefico Dr Freeze, che sembra pennellato per le toniche spalle di Arnold Schwarzenegger. Può un gracile scienziato, per di più menomato tanto da non sopravvivere con temperature più alte dei 50° sotto zero, il quale deve la sua pericolosità alla sua incredibile tuta ed alle armi tecnologiche che porta seco, essere interpretato da Conan il Barbaro? Parliamo inoltre di un personaggio dalla psiche molto complessa, che agisce in maniera criminale, spinto però non dalla malvagità pura, ma dall'amore per la moglie, irrimediabilmente congelata. Immagino Arnold, quando a suo tempo lesse le descrizioni del suo ruolo, farsi una bella grattata al plesso solare, un sorso di frullato di uova e sudore di gnu, ottocento flessioni, per poi esclamare: «Ho voglia di un CALIPPO!». E fu subito scritturato.
(Qui sotto un estratto del film dove possiamo vedere i due eroi intenti a salvare il mondo grazie all'igiene orale).




Trama

In questo quarto appuntamento Bruce Wayne/Batman e Dick Grayson/Robin dovranno affrontare tre supercriminali. Il primo (in netta dissonanza con le storie DC) è un campione olimpionico/premio Nobel/superpazzo scienziato con il pallino per la resurrezione. Cercando disperatamente di salvare la propria moglie ibernata (ma anche clinicamente morta) diventerà un essere immondo e stranamente muscoloso di nome Dr. Freeze. Suo obiettivo è creare un'arma congelante pericolosissima per ricattare la città a finanziare il suo progetto di ricerca. Il fatto che per far funzionare la sua arma debba rubare dei diamanti, dal valore pari forse al doppio della cifra necessaria per il finanziamento non sembra minarne l'attività criminale.
Contemporaneamente a questa vicenda vediamo anche nascere l'altrettanto malefica Poison Ivy. Dottoressa amante dell'ambiente viene trasformata in una specie di pianta vivente. Porta con se Bane, egastolano gonfio di glutammina e creatina. Non si sa bene cosa voglia e perchè uccida gente, ma per lo meno è molto bella. 
A complicare le cose ci si mette anche la storia parallela della nipote del maggiordomo Alfred. Di giorno esile studentessa, di notte partecipa a delle corse clandestine. Interrogata su questa non brillante attività risponderà che le servono soldi per dare una degna pensione allo zio Alfred. Che, ricordiamolo ancora una volta, è il maggiordomo, nonché unico amico, dell'uomo più ricco di Gotham City. E' evidente che necessiti di pensione e contribuiti. Le pecche della trama insomma si fanno sentire a partire dal quinto minuto di visione, per terminare con dei titoli di coda davvero ben fatti, unica nota positiva del film.
(Batman vince, ovvio).

Critica

« Se ci fosse qualcuno a guardare, che... diciamo, ha amato Batman Forever, e aveva grandi aspettative per Batman & Robin, se li ho delusi in qualche modo, allora vorrei tanto scusarmi, perché non era mia intenzione. Volevo solo farli divertire. » Joel Schumacher

Bat-capezzoli in evidenza
 Cosa dire della critica di questa mostruosità? Battute ridicole, costumi sovraprodotti, Bat-capezzoli! Seriamente, qual è la necessità per Batman di avere i capezzoli sulla pettorina? Intimorire i fuorilegge con la loro turgida sensualità? E' evidente che siamo di fronte ad uno dei peggiori esempi di cosa possa fare la mente umana di fronte alla necessità di monetizzare fino alle estreme conseguenze. E' talmente difficile esprimere la bruttura di questa opera che non rimane altro che consigliarvi spassionatamente di vederlo il più presto possibile. Alla fine potrebbe risultare positivo, nonchè culturalmente importante, sapere che anche Batman ha toccato il fondo. 

«Guardia 1: Benvenuto a casa, "faccia da brividi"!
 Guardia 2: Tu sei il raffreddore, e noi siamo la cura!
Mr. Freeze: Se permettete rompo il ghiaccio. Il mio nome è Freeze. Imparatelo bene, perché sarà il suono raggelante della vostra sconfitta!» Battute esilaranti by Arnold.

Premi e Riconoscimenti

Concludiamo elencando i numerosi premi e riconoscimenti vinti da questo meraviglioso film.

Razzie Awards  1997 premi:

  • Peggior attrice non protagonista" (Alicia Silverstone)


Razzie Awards 1997 nomination:
  • Peggior film;
  • Peggior regia (Joel Schumacher);
  • Peggior attore non protagonista (Chris O'Donnell);
  • Peggior attore non protagonista (Arnold Schwarzenegger);
  • Peggior attrice non protagonista (Uma Thurman);
  • Peggior sceneggiatura originale (Akiva Goldsman);
  • Peggior coppia (George Clooney e Chris O'Donnell);
  • Peggior canzone originale "The end is The Beginning is The End" (Billy Corgan);
  • Peggior remake, spin-off, sequel;
  • Peggior disattenzione verso la vita umana e la proprietà pubblica.