giovedì 30 agosto 2012

Filtri blu e dissolvenze a stella.

Come tutto il mondo saprà, sta per uscire nelle sale l'attesissimo film "Sakketti Confidential". Ho l'onore di essere il regista di tale monumentale opera, ma naturalmente non sono solo nell'affrontare questa mastodontica impresa. Ho ingaggiato infatti uno dei migliori sceneggiatori sulla piazza, che lavorerà con me anche in sede di montaggio. Parlo ovviamente di Davide Aversa (che ha un bellissimo blog http://davideaversa.it/slashcode/ di roba seria che non capisco). Assieme a lui poi ci sarà anche Marco Chiappini (che non legge il blog quindi possiamo dire di lui che puzza), spero anche lui per il montaggio. E poi sono tantissime le persone che hanno comunque contribuito al progetto. Tra le tante spicca anche Gioia De Antoniis, in qualità di fotografa e addetta alle luci ( ha un sito pure lei http://www.gioiadeantoniis.it/). Dico tutte queste cose perchè è proprio con loro che si è discusso spesso riguardo ad alcune tecniche utilizzate nelle arti visive, tecniche che io sento il bisogno di condividere con tutti.

Il Filtro Blu
La prima è la tecnica shaolin del Filtro Blu. Essa è una pratica, sviluppata dai monaci tibetani del tardo XII secolo, di autodifesa, nata per distrarre l'avversario accecandolo con lampi blu inutili ed altamente fastidiosi. Ci si rese conto solo tardi che tale pratica poteva essere usata per scopi diversi. In particolar modo nella fotografia, dove il Filtro Blu rappresenta strumento potentissimo. Ogni foto scattata in questo modo è per definizione bellissima ed interessantissima. Questo perchè raramente si riesce a distinguere l'oggetto della foto, la luce e tutti gli altri fastidiosissimi dettagli che rendono le foto brutte e noiose. Io sono grande sostenitore del Filtro Blu. Proprio ieri ricordavo a Gioia di un lietissimo battesimo dove mi fu chiesto di fare le foto. Non per le mie particolari abilità, o per titoli di merito, quanto per la mia naturale propensione a dire di si. Insomma feci un sacco di foto al fonte battesimale ed alle scarpe del prete, ed anche ad un parente sconosciuto con un naso gigantesco, che in quel momento suscitò in me grande ilarità. Neanche uno scatto al pargolo o ai genitori. Una cosa che avrebbe suscitato l'ira degli stessi MA grazie al Filtro Blu, nessuno osò lamentarsi.
Ancora adesso se mi avvicino ad una macchina fotografica mi chiedono tutti di allontanarmi, per paura di essere surclassati dalla mia potenza. Il Filtro Blu è utilizzato oramai in tutte le branche dello scibile umano. Applicato ai gelati ha dato vita al "puffo". Applicato alle persone affette da nanismo ai "puffi". Si può applicare anche a Marco Chiappini, ottenendo Marco Chiappini Blu, un essere dall'aspetto disgustoso.

foto con Filtro Blu. Disinteressatevi del soggetto, ammirate il Blu!

La Dissolvenza a Stella
La seconda tecnica è quella della Dissolvenza a Stella. Fu inventata da un monaco pazzo, che visse rinchiuso in una botte per due secoli e mezzo. Egli si chiese come potesse spiegarsi in maniera più convincente del "è così punto e basta" la spinosa questione della natura una e trina di Dio. Ne uscì fuori la Dissolvenza a Stella.
Quest'ultima è fonte di grande piacere ma anche di grande dolore per me. Nonostante io la padroneggi con maestria, riempiendo le scene dei miei film di clamorose ed inusuali dissolvenze, il signor Aversa ha avuto qualcosa da ridire. Addirittura nelle ultime fasi di produzione, dopo una collaborazione idilliaca è riuscito ad esclamare: "Adesso manca solo il montaggio, vediamo di evitare di mettere dissolvenze a stella". C'è grande incomprensione nei confronti di tale strumento. La gente pensa che sia troppo comodo rendere un film bellissimo grazie all'utilizzo di una sfumatura nera a cinque punte. Per alcuni sarebbe una "scorciatoia". Io invece sono convinto della sua validità e necessarietà. Mi basterà citare una famosissima puntata dei Simpson per convincere tutti voi.

[Lisa e Homer stanno preparando una videocassetta di presentazione su Ned, prendendo scene da varie videocassette]
Lisa: sequenza di ordinaggio finita! [preme il tasto per riprodurre la videocassetta ]
Homer: da qui dissolviamo a stella, fino all’inquadratura di Flanders che fa i conti di casa. Poi dissolviamo a stella su Flanders che si lava i ..
Lisa[interrompe Homer]: pa’, ma esistono altre dissolvenze, oltre quelle a stella.
Homer: perché mangiare hamburger, quando si può avere una bistecca?
Lisa: mi tolgo dai titoli di coda.


Sono sicuro di avervi convinto. Ed anzi vi dirò: per Sakketti Confidential farò quello che nessuno è mai riuscito a fare. Dissolvenze a Stella con Filtro Blu in continuazione.

venerdì 17 agosto 2012

Auguri Mascellone!

Allora, spulciavo Repubblica e mi sono imbattuto in questo:


Buon compleanno Mr. Redford
il più sexy antidivo tra i divi

Il 18 agosto compirà gli anni, 75 o 76 a seconda dei biografi, cinquanta dei quali trascorsi sul set, davanti o dietro la macchina da presa. Eppure, malgrado gli Oscar, da giovane voleva fare altro e visse persino in Italia dove sta per tornare da protagonista alla Mostra di Venezia

di CHIARA UGOLINI

SULLA sua data di nascita c'è un giallo che lui non ha mai contribuito a risolvere. Robert Redford compie gli anni il 18 agosto. Per alcuni siti Internet l'attore e regista è nato a Santa Monica, California, il 18 agosto 1937, per altri (compreso il prestigioso o sito americano Imdb, database del cinema mondiale) il 18 agosto 1936. Il suo biografo ufficiale, Michael Feeney Callan (Robert Redford: The Biography, Knopf, 496 pg., ancora inedito in Italia) non ha dubbi. Lo abbiamo contattato via mail ed ha risposto: ''Redford è nato il 18 agosto 1936, durante le Olimpiadi di Berlino. La data è spesso riportata in modo errato, che è molto tipico dei resoconti di Hollywood''.










Oltre al fatto che odio le perifrasi antitetiche (che diavolo è un antidivo tra i divi?); perchè diavolo ci dovrebbero essere dubbi sull'anno di nascita di Robertone? E perchè lui non dice quando di grazia sarebbe nato? E cosa vuol dire che, sentendo il biografo ufficiale, "la data è spesso riportata in modo errato, che è molto tipico dei resoconti di Hollywood"? Insomma di tutte le date che riusciamo ad ottenere ( da Aonio Paleario fino a Fausto Leali), quelle di Hollywood sarebbero sempre molto imprecise? 
Ho chiesto a Buddy, che ha schiarito i miei leciti dubbi.


Robert è nato ad Hoboken, e noi nel New Jersey contiamo il colesterolo, non gli anni!


Un Buddy tuttofare. Comunque sia, oggi a mezzanotte tutti pronti per mandare un messaggino a Redford. Il numero è lo stesso del mio non-amico Walter. 

martedì 14 agosto 2012

Let's do it... Hoboken style!

Insomma l'altra sera mi stavo gustando una pizza con mia sorella, ed ovviamente avevamo la tv accesa. Quando mangiamo da soli io cado vittima delle sue imposizioni vessatorie, pertanto è regola ormai fissa che il telecomando sia prerogativa sua e sua soltanto. L'unica cosa che posso fare è chiederle di venirmi incontro e di scegliere qualcosa che possa essere visto da entrambi senza che uno dei due vomiti. Ieri sembrava non avesse ben afferrato il concetto, avendomi spiattellato le repliche di American Next Top Model, ma alla fine ha cambiato canale. Ed abbiamo beccato il mitico Buddy Valastro in "cucina con Buddy". Ora, tutti conoscono le sue epiche imprese, ma credo sia giusto condividerle anche per iscritto.

Innanzitutto diciamo chi è Buddy: cuoco pasticcere, di origini italiane, famoso per le sue torte epiche (e dotato nel settore di una innegabile abilità). Abilità che va radicalmente scemando quando si cimenta nella "cucina italiana". La cosa sicuramente più sgradevole, per quanto mi riguarda, non è neanche il modo disgustosamente americano di reinterpretare i nostri piatti tradizionali, quanto l'utilizzo eccessivo e ossessivo-compulsivo che fa Buddy di alcuni improbabili intercalari. Ma direi che posso lasciare spazio ad una approssimativa trascrizione della puntata di ieri, dove B. si è cimentato nella preparazione di panini italiani.

Le parole di Valastro saranno trascritte in corsivo, per poterle distinguere dai necessari commentarii del sottoscritto. Sei un furbastro Quadrazza, mi piace il tuo stile! Bud, non è ancora il momento di parlare. Io parlo quando mi pare, è così che si biascica ad Hoboken, baby! Non siamo ad Hoboken e non sono la tua baby. Effettivamente a me piacciono con più capelli e meno peli facciali, ma non ci facciamo questi problemi in Italia, baby! Si, va be, facci vedere sti panini e poi tornatene nel New Jersey.


Ok, baby eccoci pronti per preparare dei semplici panini al bacon, proprio come ne mangiano in Italia. Lì in Italia mangiano sempre panini al bacon, tonnellate baby! 
Bene allora prendete un po' di bacon, all'incirca mezzo maiale. Poi spiattellateci sopra zucchero di canna e pepe. Così, strozziamolo di zucchero!
Adesso inforniamolo per renderlo gustoso e croccante, un po come te baby!


Togliete il bacon solo quando è diventato cancerogeno, baby!

(afferra il bacon, grondante grassi saturi, a piene mani, in estasi) Oh si! Bello grasso, in pieno stile Hoboken. Ti darò una lezione, stupido bacon!
Adesso che il bacon ha raggiunto la giusta e malsana croccantezza prepariamo la salsa del panino.
C'è gente che usa la maionese per i panini, ma qui a Hoboken si mangia ITALIANO! Perciò mettiamo in una terrina dell'aceto, delle erbe aromatiche italiane (ma quali però?), e olio d'oliva. Si proprio d'oliva, baby. Adesso mischiate il tutto. E' buona anche da bere, fategliela vedere voi a questa salsa, scolatevene un po' domani!


Usate solo terrine italiane per le salse, Hoboken Style!

Adesso prendiamo delle fette di pane alte almeno 4 dita. In Italia il pane deve essere così alto che non si deve riuscire ad infilare in bocca. In Italia soffrono tutti di rottura del ponte mascellare. Ed anche qui ad Hoboken. E' per questo che abbiamo questo accento così sexy, baby! Bene, ora faremo una cosa un po' strana ma, ehi, sono Buddy io creo! Mettiamo il pane nel tostapane per renderlo più croccante. O yeah, non ve l'aspettavate. Usate un tostapane italiano, è meglio. Ora siamo pronti per il gran finale. Tagliamo del pomodoro in maniera tale che le rondelle siano disgustosamente grandi e spiaccichiamolo sul pane, insieme alla salsetta. Poi mettiamoci sopra il mezzo maiale sotto forma di bacon. Oh, Mamma, è così Hoboken! E per finire, una mia idea: tagliate dell'avocado e mettetelo nel panino, sapete perchè? Perchè l'avocado fa bene alla salute, e qui ad Hoboken stiamo tutti morendo da quando cucino io!
Ora chiudete a forza il panino e gustatevelo tutto. Magari con una bella zuppa di vongole del New Jersey, che ti piacciono tanto baby!


Spariamoci in gola questo meraviglioso panino! Hoboken Style, baby!

Ed insomma, eccoci alla fine della puntata, e del post. Francamente il mio amico Bud è un po' fuori dai canoni della cucina mediterranea, però è così simpatico che lo perdono. Certo che, se per fare un panino da merenda bisogna ridursi a passare il resto della vita in ospedale, non voglio neanche sapere che succede al pranzo di Natale.
Tanto perchè lo sappiate, Galliani mangia sempre Hoboken Style!

Buone Feriae Augusti a tutti, tranne gli animisti!

lunedì 13 agosto 2012

Nostalgia da decerebrati.

Questo probabilmente sarà il post più corto del blog, almeno fino a quando non riuscirò a batterlo con un altro più corto. Del tipo "vado a pranzo" oppure "iconoclasta è una bella parola". Peccato solo che adesso mi sono bruciato due bellissimi post, quindi probabilmente faticherò molto per trovarne uno all'altezza e così breve.

Tutte queste stupidaggini solo per dire che ho nostalgia di una persona, che è stata importantissima per me calcisticamente parlando. E visto che il calcio occupa un gradino importante nella mia graduatoria personale, oggi lo voglio ricordare.
Josè, mi manchi, ti voglio bene!
E comunque, che sia maledetto Galliani.


sabato 11 agosto 2012

Si ricomincia (?)

Era da tempo che pensavo al povero Foglio di Quadrazza ed ai suoi migliaia di lettori, che durante i lunghi mesi di inattività si saranno sentiti abbandonati, disperati, depressi addirittura. D'altro canto anche per me la situazione stava iniziando a diventare insostenibile. Gente che mi fermava per strada, chiedendomi perchè non scrivessi più, donne impazzite che si strappavano i capelli per l'astinenza di post (ed anche per emulare la mia capigliatura folta). Cose che mi hanno fatto capire che dovevo tornare, che lo dovevo al mondo intero. 

O almeno questo è quello che mi sarebbe piaciuto accadesse. Invece nessuno sente l'esigenza del "Foglio" (giustamente), tranne il sottoscritto. Perchè il blog, sotto sotto, è divertente anche senza che ci siano folle di utenti ad aspettare l'ultimo delirante post; il suo scopo è quello di scrivere e condividere, la soddisfazione è proprio "fare" qualcosa. E visto che io l'estate non faccio niente, a parte sentire Neil Young allo stereo mentre aspetto che l'Inter acquisti un giocatore che non sia Castaignos, ho pensato bene di ritornare al blog.

Però ho notato che, per poter continuare con una certa continuità, dovrò impormi delle nuove e necessarie linee guida. Per esempio devo moderare l'uso del punto esclamativo (o punto ammirativo, se siete vecchi di Gentiliana memoria), sia per la sua strumentale inutilità, sia perchè mi disturba profondamente. E nonostante questo nei miei precedenti post ne ho usati una marea! Ecco ci sono ricascato. Poi dovrei parlare molto di più delle mie partite di calcetto, perchè a furia di scrivere racconti o aneddoti su minestroni vari sembrerebbe quasi che io faccia qualcos'altro oltre a giocare a calcetto. E sarebbe una bugia. Infine, per assicurare una certa assiduità nella scrittura, dovrei rinunciare all'università. Ma di questo mi conviene prima parlarne con il grande Papone, che magari troverebbe la cosa un po' azzardata. 

Comunque sia, visto che so che vi interessa moltissimo, per il resto l'estate sta scivolando via molto tranquillamente, mi sto godendo il sole, il relax, l'Hajduk Spalato che ci fa due pappini a San Siro, le olimpiadi e via dicendo. Spero comunque, e qui vi lascio, che vi stiate godendo anche voi le vacanze. Tutti voi. Tutti tranne l'omino nella foto sottostante, perchè, mi dispiace, ma mi disturba quasi peggio dei punti esclamativi.

"Lorenzo, perchè non mi vuoi bene?"